Il Parco Nazionale della Majella è uno dei tre parchi nazionali che è possibile visitare in Abruzzo. Situato in un territorio che si sviluppa tra la provincia di Chieti, quella di Pescara e quella dell’Aquila, si estende intorno al massiccio della Majella, ma accoglie molte altre cime di prestigio, come il Monte Porrara, i monti Pizi, le montagne del Morrone e il monte Amaro, che con i suoi 2.793 metri di quota costituisce la vetta più alta.
In tutto sono più di duemila le specie vegetali che sono state censite, più o meno un terzo della flora del nostro Paese. Da quest’anno, per altro, il Parco Nazionale della Majella rientra nel sistema di geoparchi mondiali dell’Unesco.
I centri visita
A Caramanico Terme, in provincia di Pescara, è presente un centro visita che ospita il museo archeologico e naturalistico intitolato a Paolo Barrasso, con una sezione archeologica e naturalistica in cui sono accolti reperti del Neolitico e del Paleolitico.
A Palena, in provincia di Chieti, l’ex convento di Sant’Antonio è sede del Museo dell’orso marsicano, con la ricostruzione notturna di una foresta e vari diorami interattivi. Sempre in provincia di Chieti, ma a Lama dei Peligni, ecco il museo archeologico e naturalistico intitolato a Maurizio Locati, con reperti di vario genere tra i quali il calco della testa dell’uomo della Majella.
Infine, a Fara San Martino il centro visite permette di ammirare la ricostruzione di una grotta pastorale.
Come arrivare
Per arrivare al Parco Nazionale della Majella in auto è possibile percorrere la A25 e uscire a Alanno Scafa, Torre de’ Passeri, Bussi o Pratola Peligna Sulmona. Se si proviene da Lanciano o da Chieti conviene fare riferimento alla statale 84 o alla statale 263, mentre arrivando dall’Aquila è consigliabile prendere la statale 17.
Se si preferisce usare il treno, la linea ferroviaria che collega Carpinone con Sulmona permette di scendere a Rivisondoli, Palena, Campo di Giove o Cansano. In alternativa si può salire su uno dei treni della linea che collega Roma e Pescara (passando per Sulmona) e scendere a Alanno Manoppello, Scafa Caramanico, Piano d’Orta Bologna, Torre de’ Passeri, Tocco Castiglione, Bussi, Popoli, Corfinio, Pratola Peligna o Sulmona. Il parco può essere visitato dall’inizio di giugno a metà autunno. L’ingresso è libero.
La Majella
Oltre metà del territorio di tutto il parco si trova a una quota superiore ai 2mila metri. Le vette della Majella non hanno un aspetto in apparenza proibitivo, eppure per raggiungerle è necessario prepararsi ad ascensioni piuttosto impegnative. Una volta giunti in cima, però, si può ammirare un panorama fantastico, che permette di osservare il Conero e il Gargano.
Da nord si può accedere attraverso il Colle del Blockhaus, mentre da sud ovest si procede da Guaco di Coccia, da Macchia di Secine o da Fonte dell’Orso. Sarà facile imbattersi, specialmente nelle prime ore del mattino, in qualche esemplare di camoscio appenninico, presente soprattutto sui contrafforti rocciosi di Cima delle Murelle o vicino alla cima del Monte Focalone.
La flora
La ricchezza del patrimonio floreale del Parco Nazionale della Majella è testimoniata dal fatto che esso ospita quasi un terzo di tutte le specie vegetali presenti in Italia. La pinguicola del Fiori è una realtà presente solo qui, mentre il fiordaliso della Majella e la soldanella del calcare sono state adottate come simboli dei giardini botanici che si possono visitare nel parco. Il papavero alpino e la driade sono due esempi di relitti glaciali delle cime più alte della Majella, ma vale la pena di citare anche gli astri alpini, le genziane appenniniche e le stelle alpine appenniniche.
La fauna
La fauna del parco non è certo meno ricca. Si potrebbe iniziare con il lupo appenninico, che è stato scelto come simbolo del Parco Nazionale della Majella: in tutto ci sono una dozzina di branchi.
Nella zona sud dei Monti Pizi, invece, ci sono gli orsi bruni marsicani, anche se sempre più spesso pure altri massicci montuosi vengono frequentati da questi esemplari. Dei camosci appenninici si è già detto, ma vale la pena di sottolineare che ci sono almeno 600 esemplari. Grandi numeri anche per i cervi e per i caprioli, specialmente a nord, così come per i gatti selvatici. Tra gli uccelli, invece, i falchi pellegrini e le aquile reali sono rapaci maestosi, visibili soprattutto nelle aree dei valloni calcarei.
I paesi da vedere
Roccacaramanico è uno dei borghi che meritano di essere visti nello scenario del Parco Nazionale della Majella: un paesino contraddistinto da viuzze strette ed edifici in pietra che ha una storia davvero curiosa alle spalle. Infatti, è stato abbandonato nel corso degli anni Sessanta, e così per molto tempo è stato disabitato; per fortuna il Parco ha deciso di recuperarne gli edifici, contribuendo a ripristinare un luogo incantevole. Altrettanto bella è la città d’arte di Guardiagrele, con tante botteghe di artigiani che si impegnano nella lavorazione del rame, dell’oro e del ferro.
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Le escursioni più belle
Volendo organizzare un’escursione memorabile nel parco, si può segnare sull’agenda il nome della Valle dell’Avello, con le sue grotte e i suoi canyon profondi. Da non perdere anche la Valle dell’Orta, un susseguirsi di canyon e di ruscelli, mentre la grotta Oscura, la grotta dei Piccioni e la grotta Buco Maledetto sono tre cavità che erano luoghi di culto migliaia e migliaia di anni fa. Altra meta da ricordare è l’Eremo di San Giovanni all’Orfento, interamente scavato nella roccia: per arrivarci è necessario strisciare seguendo un percorso molto stretto.
I Monti Pizzi
Nella zona sud-orientale del parco, i Monti Pizzi sono un vero spettacolo per gli occhi. Per iniziare un’ascesa si può partire da Ateleta, da Gamberale, da Pizzoferrato o da Pescocostanzo. Si tratta, per altro, di luoghi storici, visto che alla fine della Seconda Guerra Mondiale proprio a Pizzoferrato e nei dintorni si combatterono dure battaglie tra gli Alleati (con i partigiani) e i tedeschi. Da segnalare le escursioni per l’area faunistica del Cervo a Gamberale, alla pietra Cernaia e in Val di Terra. A Pescocostanzo c’è un centro informazioni a cui si può far riferimento.
L’Eremo di San Michele a Pescocostanzo
E sempre a Pescocostanzo l’Eremo di San Michele è uno dei luoghi più suggestivi di tutto il parco. San Michele nel territorio abruzzese viene venerato dove un tempo si era devoti a Ercole, una divinità che ha a che fare con il culto dell’acqua. Il santo, vincitore sui mostri e sui draghi, è sempre stato prezioso per la civiltà pastorale. Questa grotta, tra l’altro, è stata impiegata come base militare e rifugio nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Fino a quell’epoca, per altro, era in vigore la tradizione di raccogliere un piccolo sasso nella grotta che i pellegrini conservavano per un anno.
I sentieri
Sono ovviamente numerosi i sentieri che attraversano il parco, ma alcuni sono ancora più importanti degli altri. Per esempio, in provincia di Pescara c’è il sentiero delle Capanne in pietra, che tocca i territori di Serramonacesca, di Caramanico, di Roccamorice, di Abbateggio e di Lettomanoppello. Qui si trovano numerose costruzioni a secco di natura agro-pastorale. Il sentiero della Libertà, invece, congiunge Sulmona con Palena e ripercorre la strada percorsa da tanti italiani e prigionieri alleati dopo l’8 settembre del 1943.
Sempre da Sulmona parte il sentiero dello Spirito, che arriva fino a Serramonacesca e tocca gli eremi di Celestino V e molti altri luoghi di culto, tra chiese rupestri e abbazie. Infine, ecco il sentiero del Parco, che unisce Popoli e la Stazione di Palena, passando per la cima del Porrara.
Sciare nel Parco Nazionale della Majella
Tra le tante attività a cui ci si può dedicare all’interno del Parco Nazionale della Majella ci sono anche gli sport invernali: il massiccio ospita, sui diversi versanti, ben cinque stazioni sciistiche. In particolare il versante chietino accoglie la stazione di Passolanciano Maielletta, mentre in territorio aquilano ci sono quelle di Campo di Giove, Passo San Leonardo, Gamberale e Pizzoferrato.
Sulmona
Una menzione speciale è doverosa senza dubbio per Sulmona, il cui soprannome di città del gotico rende già l’idea del patrimonio artistico e architettonico che la caratterizza. Il suo impianto urbano, infatti, ha mantenuto l’aspetto medievale del Trecento.
La Cattedrale di San Panfilo e il Complesso della Santissima Annunziata sono due dei monumenti principali, mentre in piazza Garibaldi c’è un altro elemento gotico, l’acquedotto svevo. Mantengono l’aspetto trecentesco anche la Chiesa di San Francesco della Scarpa e la Chiesa di Santa Maria della Tomba.
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