Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è uno dei tre parchi nazionali situati in Abruzzo, e si sviluppa tra le province di Pescara, Teramo e L’Aquila, sconfinando anche nelle Marche in provincia di Ascoli Piceno e nel Lazio in provincia di Rieti. Si tratta del terzo parco naturale più grande d’Italia, per un territorio per la maggior parte montuoso che include il massiccio del Gran Sasso d’Italia oltre ai Monti della Laga.
I distretti
Il parco è suddiviso in undici distretti:
- il distretto Alte Vette tra Rocca Calascio e Assergi, di cui fa parte Campo Imperatore
- il distretto Strada Maestra, che si sviluppa lungo il tracciato di quella che un tempo era la Strada statale 80 del Gran Sasso
- il distretto Cascate e Boschi, sul versante della provincia di Teramo dei Monti della Laga
- il distretto Tra i Due Regni, lungo l’antico confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio
- il distretto Sorgenti del Tronto, tra Accumoli e Amatrice
- il distretto Alta valle dell’Aterno
- il distretto Terre della Baronia, con i borghi di Castelvecchio Calvisio e Santo Stefano di Sessanio
- il distretto Valle del Tirino, lungo il fiume omonimo tra Ofena e Bussi sul Tirino
- il distretto Grandi Abbazie
- il distretto Valle Siciliana, che deve il proprio nome ai Mendoza, famiglia siciliana che possedeva il feudo della Val Vomano
- il distretto Via del Sale, sull’antica via Salaria nella vallata del fiume Tronto
La flora
Sono più di 2400 le specie floreali registrate nel Parco del Gran Sasso, che proprio per questo motivo si contraddistingue come un’area caratterizzata da una forte biodiversità vegetale.
È soprattutto negli ambienti ad alta quota che si può trovare la componente floristica di maggior pregio, come la stella alpina dell’Appennino, la viola della Majella, l’adonide ricurva e l’androsace di Matilde, piante endemiche e relitti glaciali. Sul Gran Sasso, poi, è conservata la sola stazione di adonide gialla del nostro Paese.
La formazione forestale più ampia è la faggeta, e molto importante è la brughiera di mirtillo fra i pascoli di altura e i boschi.
La fauna
Uno degli animali più rappresentativi del territorio è il camoscio appenninico, che è anche il simbolo del Parco del Gran Sasso ed è presente in circa 500 esemplari. Tra gli altri mammiferi si segnalano il lupo appenninico, predatore del capriolo e del cervo, e il gatto selvatico; ma non vanno dimenticati il tasso, la martora e la faina. Ancora, vale la pena di citare l’istrice, la puzzola e l’arvicola delle nevi, che vive ad alta quota ed è un roditore di piccole dimensioni ereditato dall’ultima glaciazione.
Volgendo uno sguardo verso il cielo, invece, sulle vette più alte si potrà scorgere l’aquila reale: rapace maestoso e affascinante che si contraddistingue per la vista acutissima e per gli attacchi estemporanei alle sue prede; ci si potrà, inoltre, imbattere nella vista del gracchio alpino o del gufo reale, così come del corvo imperiale, della pispola, del fringuello alpino o del gufo reale.
Come arrivare al Parco del Gran Sasso
Per chi si muove in auto, è possibile raggiungere il Parco del Gran Sasso percorrendo la A24 Autostrada dei Parchi e uscendo ad Assergi sul versante aquilano o a Colledara San Gabriele sul versante teramano; percorrendo la A14 Autostrada Adriatica e uscendo a Giulianova Teramo sul versante teramano, per poi continuare in direzione della SS 80; percorrendo la A25 e uscendo a Castiglione a Casauria sul versante pescarese.
In treno, invece, si possono sfruttare le linee ferroviarie che collegano Roma e Pescara o Pescara e Teramo, per poi giungere a destinazione grazie agli autobus di linea: i diversi comuni del parco, infatti, sono raggiunti da autobus regionali che partono dai capoluoghi di regione.
Ti può interessare: Parco Nazionale d’Abruzzo
Che cosa vedere
È davvero ricco il patrimonio artistico e culturale del Parco Nazionale del Gran Sasso, con una eccezionale varietà di mulini, borghi fortificati, castelli, siti archeologici e chiese antiche. Basti citare, tra gli altri, il sito archeologico Amiternum dell’Aquila o l’Abbazia di San Clemente a Casauria di Castiglione a Casauria, in provincia di Pescara, ma anche la Cappella dell’Icona Passatore di Amatrice e l’Abbazia di San Bartolomeo: quest’ultima è situata a Carpineto della Nora, in provincia di Pescara, e rappresenta uno dei monumenti meglio conservati di tutta l’arte abruzzese cistercense medievale.
Rimanendo in tema di architetture religiose, meritano una visita la Chiesa di Sant’Egidio a Fano Adriano (in provincia di Teramo) e la Chiesa di San Pietro ad Oratorium (in provincia dell’Aquila), oltre alla Chiesa di San Giovanni ad Insulam di Isola del Gran Sasso d’Italia (in provincia di Teramo). La stessa sede dell’ente parco è ospitata in quello che un tempo era un convento intitolato a San Francesco. Per compiere un salto all’indietro nel tempo, poi, ci si può recare a Castel Manfrino di Valle Castellana; a L’Aquila, invece, c’è la Fontana delle 99 cannelle, lungo il fiume Aterno, che risale addirittura al Duecento.
Che cosa mangiare
Tanti sono i piatti tipici della zona del Gran Sasso: per esempio gli gnocchi ricci, che si gustano con un condimento a base di sugo di castrato e di salsicce, e soprattutto l’amatriciana, che si prepara in versione bianca o rossa con il pecorino locale e il guanciale, che si ricava dalla guancia del maiale venata di magro. Il pasticcio degli dei è uno dei dolci tipici delle Terre della Baronia, e si prepara con il liquore allo zafferano: zafferano che viene coltivato nella Piana di Navelli.
Il canestrato di Castel del Monte e le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio sono presidi Slow Food, mentre la patata turchesa e la cicerchia sono due delle antiche specie che vengono coltivate. Molto particolare è il marcetto, un formaggio dal sapore piccante che deriva dalla formazione delle larve di mosca casearia. Ancora, difficile resistere ai fagioloni con le cotiche, realizzata con i fagioloni bianchi di Grisciano di Accumoli, mentre lungo la Via del Sale un piatto tipico è quello delle olive all’ascolana, farcite con un trito di carote, cipolla, tacchino, maiale e vitello.
La zuppa di farro con le castagne e i funghi permette di assaporare i prodotti dei gusti, mentre sulle montagne dell’Appennino centrale si coltiva la solina, un grano tenero con cui si realizza un pane perfetto per accompagnare la ventricina della Laga e la mortadella di Campotosto, che si produce a un’altezza di 1300 metri. Altre pietanze gustose sono la pecora alla callara e la pizza dolce.
Nel distretto Tra i due Regni sono tipici i calcionetti con le castagne e il timballo di scrippelle, mentre le carni di cinghiale e di agnello vengono speziate con i sapori locali: le erbe selvatiche, il tartufo e i mirtilli. Le ceppe sono un tipo di pasta fatta a mano da non perdere, e famosa è anche la porchetta italica di Campli, un orgoglio della tradizione.
Campo Imperatore
Tra i gioielli del Parco Nazionale del Gran Sasso c’è Campo Imperatore, un altopiano che si trova più o meno a 1.800 metri di altitudine e che accoglie la stazione sciistica omonima. Qui è presente un giardino botanico alpino intitolato a Vincenzo Rivera, situato a più di 2.100 metri di quota: si tratta del secondo giardino alpino più alto di tutta Europa ed è stato inaugurato all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso.
Poco distante dall’osservatorio astronomico e dalla funivia del Gran Sasso, è il giardino più alto di tutta la catena appenninica e ospita più di 300 specie vegetali, che si sono adattate a vivere in condizioni ambientali ostiche. In genere la struttura è aperta al pubblico solo in estate.
Le cascate della Laga
Molto diverso rispetto al paesaggio del Gran Sasso è quello dei Monti della Laga, che si dimostra più ricco di acqua e, di conseguenza, molto più verde.
Le rocce della Laga sono impermeabili, e in questo si distinguono dal Gran Sasso e da quasi tutte le altre cime degli Appennini. Le acque hanno modellato le rocce ma non riescono a penetrare nel sottosuolo: di conseguenza rimangono in superficie. Ecco spiegato il motivo per il quale i Monti della Laga sono costellati di giochi d’acqua, tra cascate, torrenti ripidi e ruscelli. La cascata sul fiume Tordino, per esempio, è situata sul versante settentrionale di Monte Gorzano, mentre sul versante settentrionale di Cima Lepri c’è la cascata della Morricana. Sono molto visitate, poi, le cascate di Selva Grande e dei Fossi del Molinaro, mentre gli amanti del trekking possono cimentarsi in una camminata lungo il sentiero delle Cento Cascate, tra brughiere a mirtillo e boschi di faggio.
Ti può interessare: Parco Nazionale della Majella